29 Oct 2021 | Stefano Ruffino

Il “Photoshop” dei nostri nonni

Oggi, con l’uso di molti programmi di fotoritocco tra cui il più famoso è Photoshop, con pochi ritocchi è possibile modificare una fotografia.

Ma questa pratica, a differenza di quanto si può credere, risale al 19°secolo.

Certo, a quell’epoca con esistevano né Photoshop né i computer, eppure la pratica del fotoritocco era già diffusa. Alterare un’immagine era molto più complicato e serviva molta inventiva, ma con l’uso sapiente delle doppie esposizioni si potevano creare le “illusioni fotografiche”.

I risultati di queste alterazioni hanno fatto molto parlare tanto che nacquero dei veri e propri filoni. Eccone alcuni nati tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900.

Il primo, il più classico era la comparsa dei fantasmi. Si trattava di fare una doppia impressione di una persona defunta su una immagine di una vivente per creare immagini “spettrali”. Qualcuno sfruttò questa tecnica e con l’ausilio di un medium compiacente durante una seduta spiritica, intravide una forte possibilità di guadagno per dimostrare che si poteva comunicare con i defunti. In seguito queste truffe vennero smascherate, ma nel frattempo qualche furbetto aveva sfruttato l’ingenuità e la debolezza di molte persone. Le fotografie spiritiche si diffusero in Europa e negli Stati Uniti, e divennero un genere fotografico.

La pratica della decapitazione: rapidamente molti professionisti diedero spazio alla fantasia e crearono falsi fotografici spettacolari e impressionanti. Alla fine del 19° secolo erano molto in voga spettacoli di illusionismo popolari. Così alcuni prestigiatori usavano l’immagine della decapitazione, ovvero con l’effetto di esposizioni multiple mostravano il corpo di una persona con la propria testa in mano e non sul collo con un effetto sconvolgente. Oppure il portarsi in giro con la carriola, sempre con la tecnica della doppia impressione, far apparire la stessa persona che traina una carriola con a bordo sé stessa.

Altro filone molto usato, con l’ausilio di specchi era l’effetto di far apparire la stessa persona tre o quattro volte sulla stessa immagine in diverse posizioni. Molto di moda era il doppio giocatore di scacchi ma i più audaci mostravano l’uomo con due teste e persino l’uomo in bottiglia.

A cavallo dei due secoli, il ritocco prese una piega più divertente così nacquero due mode: una ritraeva il volto delle donne abbinato a busti marmorei con un effetto estetico notevole, l’altro che coinvolse soprattutto i cercatori di tesori nelle tombe in Egitto che mostrava il loro volto con il corpo delle mummie. Inoltre per certi personaggi i ritocchi divennero integrali come nel caso del ritratto di Lincoln la cui testa fu posta sul corpo di un’altra persona.

Al contrario, la pratica del fotoritocco fu utilizzata molto seriamente nel mondo politico per fare “sparire” personaggi diventati “scomodi”.

L’avvento del computer e successivamente i programmi specifici portarono alla nascita del fotoritocco digitale che grazie alle tecniche sempre più raffinate ha avuto l’effetto, sbarcando sui Social, di portare con sé insieme alle novità piacevoli anche tutta una serie di polemiche che hanno coinvolto Brand famosi pubblicizzati da influencer più o meno “ritoccati”.