Il tuo slogan…”ti mette le aaali” Stefano Ruffino 30 Settembre 2024

Il tuo slogan…”ti mette le aaali”

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Chi non riconosce dietro questa brevissima frase lo slogan della famosa bibita austriaca?

Sappiamo che in pochi secondi una breve frase composta da poche sillabe ci porta a riconoscere al volo l’azienda che la rappresenta. 

Oltre che nel linguaggio, anche nei suoni (che per motivi pratici non possiamo rappresentare), anch’essi molto brevi (2/3 secondi) possiamo “riconoscere” un brand (molto famosi sono quelli di Audi o di McDonald’s).

Tornando agli slogan, bisogna dire che spesso vengono confusi con i Payoff. La differenza è sottile ma significativa: lo slogan è legato alla singola campagna pubblicitaria del brand, mentre il Payoff rappresenta il brand in generale. Ad esempio: Kia marca di automobili asiatica, il suo Payoff “Movement that Inspires”, ogni modello ha il suo slogan (per il modello Sportage è: “Ispirazione senza limiti”).

Lo scopo dello slogan in una pubblicità è di lasciare il messaggio chiave del marchio nella mente del target (l’utente). È la firma che accompagna il logo. Il suo obiettivo è di rimanere impresso per potersi ripresentare nella nostra mente proprio nel momento in cui si ha “bisogno” di quel prodotto.
Quali criteri soddisfa lo slogan perfetto?
  • Memorizzabile: capacità della frase di essere ricordata senza aiuto. Contribuiscono fattori quali la longevità del marchio ovvero l’uso e la presenza nel corso degli anni. Se invece la frase è nuova, deve contenere “l’idea” che dovrebbe essere raccontata nella pubblicità. Più lo slogan risuona con l’idea”, più sarà memorizzabile. A rinforzare il concetto nella mente dell’utente ideale sarebbe affiancare allo slogan un suono, un’immagine o ancora meglio un video. Il messaggio deve puntare alla parte emozionale del prodotto e deve rappresentare l’unica risposta ad un problema /esigenza. La frase può contenere giochi di parole e rime che aiutano la memoria.
  • Differenziare il marchio: esaltare caratteristiche uniche o particolarmente migliori rispetto ai concorrenti. “Candy sa come si fa” La lavabiancheria a carica frontale con oblò e programmi automatici è stata “inventata” nel 1958 proprio da uno dei pionieri fondatori della Candy, Niso Fumagalli, ingegnere honoris causa presso l'Università di Genova.
  • Richiamare il nome del marchio: può essere un modo per aiutare la memorizzazione del brand “Che mondo sarebbe senza Nutella?”. Ottimo lo slogan che prevede anche una rima: "You'll wonder where the yellow went, when you brush your teeth with Pepsodent." / "Ti chiederai dove sia finito il giallo quando ti laverai i denti con Pepsodent."
  • Visualizzazione: rimanda alla qualità del prodotto mentre si usa “Rio Mare, così tenero che si taglia con un grissino” • Affetti inconfutabili: trasmettere sensazioni positive sul brand grazie a sentiment generalizzati: "Chicco dove c’è un bambino"
Ecco un giochino che farà sicuramente al caso: slogan e brand abbinati. Sei così bravo/a da ricordarteli tutti?

Think Different

Apple

Per tutto il resto c'è...

Mastercard

I'm loving it

McDonald's

Just do it

Nike

Che mondo sarebbe senza...

Nutella

Fate l'amore con il sapore

Müller

Dove c'è... c'è casa

Barilla

...per chi non si accontenta

Rowenta

Alcuni dei Brand appena citati sono datati, eppure l’immaginario collettivo li ha talmente assorbiti che anche dopo lunghi periodi di assenza i loro slogan li rendono ancora riconoscibili.

Questo è quel fascino misterioso che le attività cerebrali riservano senza un’apparente logica, al quale poeticamente dobbiamo ricondurre la magnifica differenza con il tanto osannato e attuale Learning Machine.